Stevia rebaudiana è una pianta della famiglia delle Asteraceae, simile ai crisantemi, originaria delle montagne fra Paraguay e Brasile. Utilizzata da molti popoli dell’area Sud-Americana da millenni, oltre che per il potere dolcificante delle sue foglie, anche per le proprietà medicinali ipoglicemiche, ipotensive, cardiotoniche e diuretiche.
Viene usata come sostitutivo dello zucchero da altre 30 anni anche in Giappone, dal 2010 usata in Francia, a novembre 2011 ne è stata approvata la commercializzazione da parte dell’Unione Europea.
I principi attivi sono lo stevioside e il rebaudioside A, presenti in tutta la pianta ma più disponibili e concentrati nelle foglie, che, quando sono seccate, hanno un potere dolcificante che può arrivare fino a 200 – 300 volte il comune zucchero. Contrariamente al saccarosio, i principi attivi della Stevia non hanno alcun potere nutrizionale (zero calorie); non provocano carie e placca dentale; sono relativamente stabili nel tempo e alle alte temperature (prodotti da forno), diversamente da altri dolcificanti di sintesi come l’aspartame, che subisce degradazione.
La polvere ha però un marcato retrogusto simile alla liquirizia, per cui viene generalmente commerciata in estratto “bianco”.
L’uso della Stevia nei prodotti alimentari è stato in passato limitato in Europa e USA dato che alcuni suoi componenti, come lo steviolo e lo stevioside, alle dosi testate in vitro, avrebbero prodotto metaboliti con attività mutagena, cioè cancerogena. La Food and Drug Administration (FDA) ne ammise l’uso solo come integratore dietetico. Infine la FDA approvò il rebaudioside come Food Additive nel 2008. L’Unione Europea (EFSA) già nell’aprile 2010 aveva approvato l’uso della Stevia come additivo alimentare. In molti paesi extraeuropei la Stevia è considerata meno dannosa di altri dolcificanti, come l’Aspartame o l’Acesulfame K, di sicura tossicità.
La FAO e l’OMS hanno stabilito una “dose massima giornaliera” di 2 mg/kg peso corporeo di steviolo. Questo limite, secondo la FAO, è 200 volte inferiore alle quantità che possono essere considerate “eccessive” e quindi influenti negativamente sulla salute; in particolare alti dosaggi di Stevia, potrebbero potenziare l’azione di farmaci contro l’ipertensione (quindi abbassare troppo la pressione) e il diabete.
La Stevia è un prodotto totalmente naturale, quindi tutti potrebbero coltivarsi le piante sul balcone e utilizzare le foglie seccate senza bisogno dei complessi procedimenti chimici o industriali necessari per produrre gli edulcoranti di sintesi o anche lo “zucchero” dalle barbabietole o dalla canna. Per questo la Coca-Cola, da anni, ha contribuito a produrre Rebiana, il nome commerciale del rebaudioside A sintetizzato con un elevato grado di purezza – e quindi brevettabile – che ora è legalmente utilizzato anche in Europa nelle note bibite light.