Report dell’ONU sui cambiamenti climatici

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sarà molto difficile mantenere il riscaldamento globale entro i 2,7 gradi Fahreneit sopra i livelli preindustriali, limite oltre il quale sono previsti catastrofici cambiamenti planetari. Quest’allarme proviene da un report emesso dall’Intergovernmental Panel on Climate Change, o IPCC, principale consorzio delle Nazioni Unite. vedi https://www.ipcc.ch/

Il report – firmato da 91 ricercatori e redattori provenienti da 40 paesi, con più di 6000 fonti scientifiche citate, è stato reso noto a ottobre 2018. Sarebbe necessario eliminare progressivamente i combustibili fossili per raggiungere un dispendio netto di emissioni pari a zero entro metà secolo, e rimuovere dall’atmosfera anidride carbonica e altri gas che trattengono il calore (effetto sera), secondo l’IPCC. Nell’immediato le emissioni dovrebbero diminuire di circa il 45% rispetto ai livelli del 2010, entro il 2030. L’anno scorso un report dettagliato firmato da decine di agenzie federali USA afferma che il pianeta è entrato nel suo periodo più caldo “nella storia della civiltà moderna” con temperature globali aumentate, in media, di 1 grado Celsius (1,8 Fahreneit), negli ultimi 115 anni. Il report dell’IPCC indica con “grande certezza” che se gli esseri umani continuano a riversare gas serra nell’atmosfera alla rapidità attuale, la temperatura globale – già 1 grado Celsius al di sopra dei livelli preindustriali – probabilmente raggiungerà il limite degli 1,5 gradi tra il 2030 e il 2052.
In questa eventualità piccole isole e grandi metropoli come New York, Mumbai e Giacarta rischieranno inondazioni disastrose mentre il livello dei mari continuerà a salire. Molte specie si estingueranno e l’ecosistema marino potrebbe subire perdite irreversibili. Un riscaldamento di due gradi aumenterà tali rischi in maniera esponenziale, si legge nel report. Il Mar glaciale Artico resterà senza ghiacci durante l’estate almeno una volta ogni dieci anni, anziché una volta al secolo, come stimato in caso di un aumento di 1,5 gradi Celsius. Ma, dallo scorso anno le emissioni di carbonio sono in crescita dopo un periodo di stasi di tre anni. Le emissioni sono quadruplicate dal 1960, e globalmente gli ultimi 4 anni sono stati i più caldi mai registrarti, secondo un report internazionale pubblicato lo scorso agosto.
Tra i modi per invertire le emissioni di carbonio ci sono anche la conservazione delle foreste e una miglior gestione del suolo, che ricicla naturalmente l’anidride. Ma i firmatari del report IPCC affermano che le nascenti tecnologie per liberare l’atmosfera dall’anidride carbonica avranno un ruolo centrale. Il metano, principale componente nel gas naturale, è 86 volte più potente della Co2 in venti anni nell’atmosfera. I sistemi di refrigerazione e i prodotti chimici legati al condizionamento dell’aria, o idrofluorocarburi, trattengono il calore 1000/3000 volte dell’anidride carbonica. Le particelle di carbonio – risultato della combustione incompleta dei combustibili fossili – trattengono il calore dalle 460 alle 1500 volte più della Co2. Eppure i regolamenti su questi agenti inquinanti sono in molti Stati ancora abbozzati o del tutto assenti.

 

 

 

 

 

Tratto da: https://www.huffingtonpost.it/2018/10/08/il-nuovo-report-sul-clima-delle-nazioni-unite-mette-in-allerta-sulle-conseguenze-catastrofiche-del-riscaldamento-globale_a_23554173/

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